MEDITAZIONE: PRESENZA E GESTALT
Usare una combinazione di suono e respiro è funzionale al raggiungimento di uno stato di calma e di presenza consapevole.
Tutto ciò che esiste vibra, ma il tutto non vibra in modo casuale. C’è un ordine, uno schema visibile tra tutte le vibrazioni, che unisce il modo in cui esse entrano in relazione tra loro. Alcuni strumenti musicali ancestrali, col loro suono suggestivo, aiutano a calmare la mente e ad entrare in uno stato meditativo. Questo accade per esempio col suono armonico delle campane tibetane, il cervello abbassa la sua frequenza vibratoria e questo cambiamento viene percepito da chi medita in termini di calma e tranquillità: la mente si è rilassata, non deve più sforzarsi nella risposta alle richieste esterne o alle preoccupazioni, è solo attenta a ciò che sta avvenendo nel “qui e ora”. Il respiro, invece, ci aiuta a stabilire un profondo contatto con noi stessi, a vivere con pienezza il momento presente osservando e percependo consapevolmente ciò che accade in noi e nell’ambiente che ci circonda.
È necessario indossare un abbigliamento comodo, è possibile cambiarsi in sede.
Tutto ciò che esiste vibra, ma il tutto non vibra in modo casuale. C’è un ordine, uno schema visibile tra tutte le vibrazioni, che unisce il modo in cui esse entrano in relazione tra loro. Alcuni strumenti musicali ancestrali, col loro suono suggestivo, aiutano a calmare la mente e ad entrare in uno stato meditativo. Questo accade per esempio col suono armonico delle campane tibetane, il cervello abbassa la sua frequenza vibratoria e questo cambiamento viene percepito da chi medita in termini di calma e tranquillità: la mente si è rilassata, non deve più sforzarsi nella risposta alle richieste esterne o alle preoccupazioni, è solo attenta a ciò che sta avvenendo nel “qui e ora”. Il respiro, invece, ci aiuta a stabilire un profondo contatto con noi stessi, a vivere con pienezza il momento presente osservando e percependo consapevolmente ciò che accade in noi e nell’ambiente che ci circonda.
È necessario indossare un abbigliamento comodo, è possibile cambiarsi in sede.
QUANDO
2° Martedì del mese - ore 19/20,30 – 4 incontri
Date: 11 febbraio, 10 marzo, 14 aprile, 12 maggio
COSTI
1 incontro – 15 euro
4 incontri – 45 euro
2° Martedì del mese - ore 19/20,30 – 4 incontri
Date: 11 febbraio, 10 marzo, 14 aprile, 12 maggio
COSTI
1 incontro – 15 euro
4 incontri – 45 euro
Meditazione e Gestalt – Quale collegamento?
È nell’esperienza nuova e assimilabile che la Gestalt riconosce la possibilità di crescita dell’individuo, mentre ritiene che nella ripetizione abitudinaria di vecchi schemi, che non ci offre la possibilità di scoprire nulla di nuovo, non ci possa essere alcuna crescita.
La meditazione è un’attività semplice e al contempo radicalmente diversa da tutte quelle che quotidianamente riempiono la nostra vita, è proprio questa sostanziale diversità che ci offre la possibilità di fare molte scoperte. Abitualmente il pensiero compulsivo accompagna praticamente la totalità delle nostre azioni. Passiamo il tempo ad immaginare, cercare soluzioni ai nostri problemi, comparare, valutare, giudicare, ricordare o proiettarci nel futuro. Siamo così identificati con i nostri pensieri, da non renderci praticamente conto che pensare è qualcosa che facciamo, non ciò che siamo. Mentre nella meditazione sperimentiamo dei varchi, dei momenti di non pensiero, dove l’esperienza pienamente consapevole di esistere è sostenuta dalle sensazioni corporee. Questa, in un’ottica gestaltica, è una condizione dove la crescita è possibile.
La meditazione è un’attività semplice e al contempo radicalmente diversa da tutte quelle che quotidianamente riempiono la nostra vita, è proprio questa sostanziale diversità che ci offre la possibilità di fare molte scoperte. Abitualmente il pensiero compulsivo accompagna praticamente la totalità delle nostre azioni. Passiamo il tempo ad immaginare, cercare soluzioni ai nostri problemi, comparare, valutare, giudicare, ricordare o proiettarci nel futuro. Siamo così identificati con i nostri pensieri, da non renderci praticamente conto che pensare è qualcosa che facciamo, non ciò che siamo. Mentre nella meditazione sperimentiamo dei varchi, dei momenti di non pensiero, dove l’esperienza pienamente consapevole di esistere è sostenuta dalle sensazioni corporee. Questa, in un’ottica gestaltica, è una condizione dove la crescita è possibile.